Angela Rimoldi | Moda paesana
15554
post-template-default,single,single-post,postid-15554,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-theme-ver-10.1.1,wpb-js-composer js-comp-ver-5.0.1,vc_responsive
 

Moda paesana

Moda paesana

Agricoltura e moda può sembrare un’accoppiata inconsueta e con pochi punti in comune,
ma l’apparenza inganna!
Nel territorio comasco questo connubio ha iniziato il suo percorso intorno al 1400 quando Ludovico Sforza obbligò i contadini a piantare nei loro campi gli alberi di gelso. Questa sua decisione gli valse il titolo di Ludovico il Moro, dal nome della pianta, in latino “bombix mori” e in dialetto locale “murun”.
Le foglie di gelso sono infatti ancora oggi l’unico nutrimento del baco da seta, che da migliaia di anni compie il suo ciclo vitale dalle minuscole uova al prezioso bozzolo.
Fino agli inizi del ‘900 i contadini si trasformavano in bachicoltori nel periodo primaverile, per riuscire ad integrare le loro scarse entrate economiche. Le donne della famiglia e i bambini erano incaricati di raccogliere le foglie di gelso e tagliarle, affinché i minuscoli bruchi potessero cibarsene. Una volta terminata la crescita i bachi cominciano a produrre un sottilissimo filo creando il bozzolo, che servirà loro a trasformarsi in farfalla. Quest’ultima fase deve però essere interrotta per poter mantenere integro il bozzolo ed ottenere un unico lungo filo che misura circa 1500 metri. Il proliferarsi di tale attività portò all’insediamento dei primi stabilimenti tessili, tra cui la filanda Cavadini ad Appiano Gentile. Il contesto sociale e produttivo del comasco si è evoluto nei secoli e, rispondendo alla necessità di trasformare il filo in tessuto, è cresciuto al punto che si formò un vero e proprio distretto serico, che ancora oggi è famoso in tutto il mondo per la qualità e ricercatezza delle proprie produzioni. Numerose le tessiture le stamperie e le seterie che realizzano foulard, cravatte, tessuti per abiti e accessori che vengono poi firmati dai nomi più importati della moda mondiale.
La mostra “Moda paesana” vuole dunque omaggiare questi due settori, l’agricolo e il tessile, apparentemente lontani ma in passato molto uniti tra loro. Campi e fienili da comunissimi luoghi di lavoro dei nostri contadini appianesi diventano location per scatti dal sapore fashion. Grazie all’associazione Scusaritt e alla loro preziosa collezione di abiti retró abbiamo vestito modelli con abiti della tradizione contadina. Indumenti dismessi come giacche da camera, mutandoni, camicie da notte e tabarri hanno ripreso vita, in  una giornata impegnativa ma divertente e ricca di allegria!
No Comments

Post A Comment